| Erano in viaggio da sette giorni, quando Shaya, che camminava al fianco di Lucy, sentì distintamente il profumo di casa, di foresta e di ombre. Erano vicini, ma erano passati solo sette gironi! Molto probabilmente siamo più a Sud, oppure è un miraggio…ma l’olfatto non può rimanerne vittima come la vista o il tatto, quindi dobbiamo essere per forza più a Sud di quanto pensassimo alla partenza. Vide Zarachi salire su di una duna più alta con una balestra, lasciando a loro i carri con i cavalli. Mentre aspettava, Shaya accarezzò un cavallo, sentendolo fremere. La prima volta pensò fosse per il freddo che era calato con la notte e le stelle. La seconda volta sentì che qualcosa non andava. Troppo silenzio. Non sentiva neanche un minimo rumore dalla foresta, oppure dagli animali sotto terra. Fino a pochi minuti prima li aveva sentiti muoversi, strisciare, lanciare i loro gridi nella notte. Adesso tutto era silenzio. Come se improvvisamente fosse esploso un vulcano, i cavalli partirono al galoppo verso la foresta, rischiando di metterla sotto i loro zoccoli. Prima ancora di vederlo, o sentire la sabbia spostarsi, Shaya seppe senza ombra di dubbio ciò che poteva essere. Lo aveva letto nel libro di leggende che si era portata dietro. Erano i signori delle dune, esseri che nessuno poteva con sicurezza affermare di aver visto, poiché nessuno era tornato vivo per raccontarlo. L’immagine le si presentò nella mente come un flashback. E come evocato dall’immagine, un enorme verme del deserto spuntò fuori dalla sabbia argentea della notte. Solo tre metri si potevano vedere, ma dalla descrizione fatta dal libro, che non aveva figure di quell’essere, doveva esserne lungo almeno sei o sette. Tre metri di carne viva, completamente affamata, che stava puntando verso di loro. Che cosa aveva letto al riguardo? Poco, troppo poco per affrontare l’animale. Sapeva solo che erano carnivori, ciechi, sordi, si muovevano solo sotto terra e che grazie all’olfatto trovavano la preda. In poche parole, erano nei casini. dannazione! proprio adsso? non poteva aspettare qualche giorno per uscire a caccia?! Accidenti a lui! Non poteva affrontare una cosa simile senza informazioni, nel suo territorio e senza armi. Certo, lei aveva il suo pugnale, e forse Lucy aveva la sua arma, ma contro quella cosa non avrebbe fatto molta differenza. Il vermiciattolo ( se così si poteva chiamare), rimase fermo, come in attesa che iniziassero loro per prime. Molto gentile. Dovevano andarsene, e di corsa anche. Nella sua mente si susseguirono milioni di possibili strategie, in poco tempo, forse un minuto, forse meno, tutte scartate per un motivo o per un altro. Non potevano aggirarlo. Era cieco, mica scemo. E poi con il fiuto poteva sapere anche se facevano un solo, piccolo passo. No, assolutamente no. Se dovevano tornare a Faetor, ci sarebbero tornati tutti e tre interi, possibilmente. Alla fine, la strategia le balzò davanti agli occhi in pochissimi secondi, anche se poteva essere considerata da codardi, sempre se avesse funzionato. Doveva solo trovare un masso bello grande, saltarci sopra e sperare che la bestiaccia ci andasse a picchiare contro, magari rimanendoci stecchita per il colpo frontale. Sapeva che poteva funzionare, lo aveva già fatto con altri animali meno pericolosi, come cinghiali inferociti che erano finiti dentro al villaggio in cui stazionava. Si spostò con i fianchi e i piedi verso la foresta, stando bene attenta a non muovere troppo i piedi, ma trascinandoli leggermente. Poi, parlò a Lucy della sua strategia a voce abbastanza alta in modo che anche zarachi potesse sentirla. Parlò velocemente, ma in modo chiaro e conciso in modo che non avrebbe dovuto ripetersi:
<< quando do il via, corri verso la foresta, cerca un masso abbastanza grande da farglici sbattere la testa, e restaci sopra…qualsiasi cosa succeda, per l’Amor di Tenikos, non smettere di correre e soprattutto non scendere dopo che ci sei salita sopra…>> si sentì in dovere di dare spiegazioni, perché lei non avrebbe mai seguito qualcuno in un’impresa tanto folle quanto disperata senza averne: <<…siamo nel suo elemento, non sappiamo quanto può essere veloce e abbiamo solo una balestra e le nostre misere armi…perciò, ti supplico, dammi retta e corri come se avessi il diavolo alle calcagna finché non trovi un benedetto masso…al mio tre…d’accordo?>> aspettò con ansia la risposta, perché il vermone avrebbe potuto attaccare entro pochi secondi, e a lei bastava un solo cenno affermativo col capo, e sarebbe scattata.
/scusate il ritardo, ma non sapevo che cazzus scrivere.../
|