| Il minotauro la servì subito, con un sorriso che accompagnò le sue parole: <<salve ragazzina, il mio è Shitan e sono il locandiere, saresti così gentile da dirmi il tuo? Sai, voglio sapere chi viene a mangiare da me>>. Togliendo quel “ragazzina”, che lei fece finta di non sentire, si era comportato da perfetto padrone del locale, e da minotauro educato. Gli sorrise di rimando, prima di bere un sorso d’acqua e rispondere, sempre sorridendo: <<mi chiamo Shaya tesoro, e questa carne è ottima, visto le risorse che immagino tu abbia di là…>> poi iniziò a mangiare, mentre Shitan urlava quello che immaginò il motto al resto della locanda. Osservandolo, si meravigliò di come si muovesse nonostante la sua evidente corporatura molto…ingombrante sarebbe stato offensivo, perché nessuno ingombra un posto, lo occupa soltanto, quindi optò per pensare che aveva una corporatura più grande rispetto al resto della gentaglia. Alla fine, incuriosita, chiese: <<servi tutto solo? Neanche una mano da qualche scansafatiche che sta sulle strade?... mi offrirei io, ma non ho molta pazienza…>> e scoppiò a ridere. Di pazienza ne aveva, ma solo per persone che rispettava, cosa che sicuramente non aveva verso quei soldati nullafacenti; ci mancava solo che qualcuno le rispondesse male, e lei sarebbe scattata come se ne dipendesse la sua vita. Si conosceva, e sapeva che, non rispettando quelle persone, non avrebbe perso sonno ad ammazzarne qualcuna, anche se credeva che non avrebbe fatto piacere a Shitan, e per lui aveva rispetto. Aveva recuperato il suo solito buonumore in meno di due ore. Stupendo. Vide una donna, o meglio, ne sentì la presenza quando entrò dalla porta. A differenza di tutti i soldati lì dentro, profumava di pulito, il che probabilmente era dovuto ad un bagno appena fatto, e questo aveva richiamato l’attenzione di Shaya fra tutti quei corpi non lavati. Non si girò fino a quando la donna non le si sedette accanto, rivolgendole la parola: << Ciao. Il mio nome è Lucy, cosa ti ha portata fino a qui?>> a quelle parole, si girò fino a guardarla in faccia. Un demone, o mezzo-demone probabilmente. Aveva occhi rossi, come il sangue, e capelli rosa. Da quello che poteva vedere, aveva un fisico asciutto e slanciato, anche se non ne era sicura perché era seduta. Portava dei pantaloncini corti scuri ed una canotta bianca e dei bei stivali neri. Le tolse parecchi anni, fino a capire che doveva avere diciotto anni al massimo, non di più. Ma era bella, di quella bellezza giovanile che si perde con gli anni, ma che probabilmente lei non avrebbe perso. E sembrava anche a disagio, quando la guardò dritta negli occhi. Decise di tirarla su di morale e farle vedere che non mordeva, o almeno che no avrebbe morso lei in quel momento. Si tolse finalmente il mantello, che fra l’altro le dava fastidio, e disse : <<le gambe…>> rispose con un sorriso e in tono divertito, poi bevve per mandare giù un boccone di carne. << apparte gli scherzi, la fame e la voglia di uscire a fare due passi, e il mio nome è Shaya tesoro…tu? Che ti ha portato fuori dal tuo alloggio bella?>> e riprese a mangiare. Non si aspettava una risata alla sua battuta, visto che aveva un senso dell’umorismo molto particolare. Troppo particolare secondo alcuni.
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