Alla taverna...

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Kiki994
view post Posted on 21/6/2009, 20:59




Quel marchio faceva un male del diavolo! Non poteva chiederlo per favore? E poi sulla scapola destra maledizione! Dove non poteva neanche mettere una benda... Lo maledisse con tutte le parole che conosceva, mentre si allontanava dall'arena di umore pessimo. Tornò al suo alloggio, solo il tempo necessario per prendere dalla sua sacca delle erbe che le aveva dato un umana nell’ultimo villaggio, per curare le ferite. Quella roba funzionava, anche se non aveva funzionato sulle ferite di artigli che le aveva lasciato prima di andarsene. Andò in cucina, bagnò il top, poi ci ripensò e ficcò la testa sotto il getto d’acqua per calmarsi, cosa che non successe. Si rimise il top, dopo aver frizionato i capelli, gemendo al contatto dell’acqua con il marchio. Come minimo, non si sarebbe potuta sdraiare per due o tre giorni, anche se guariva in fretta. Dopo un attimo di esitazione per il dolore causato dai movimenti, decise di andare alla taverna. Non poteva cacciare in quelle condizioni, e solo perché quel non-morto non aveva altro da fare! Al ricordo dello sfrigolare della pelle al contatto col ferro rovente, cominciò a ringhiare a denti stretti, mentre usciva e si dirigeva verso la taverna.
La taverna, seguendo le indicazioni chieste a un soldato non troppo saldo sulle gambe, era il posto più malfamato della città. Meglio. Appena entrata dalla porta cigolante, Shaya si trovò in un locale con tavoli rotondi, pieni di ogni tipo di feccia. Il bancone si trovava in fondo alla sala. Ad una seconda occhiata, notò che era stranamente pulita, il che era un bene. Passò tra i tavoli guardandosi intorno, incuriosita, ma facendo attenzione e non guardare mai nessuno negli occhi troppo a lungo. In quei posti, il contatto visivo prolungato poteva portare a scontri, e lei non era in vena di lottare con qualcuno senza la sicurezza di non ammazzarlo. Visto il suo stato d’animo, meno lottava, meno probabilità c’erano che ammazzasse qualche compagno d’armi. Anche se non le importava, di certo sarebbe importato a Omegia se qualcuno fosse morto senza motivo, e lei non voleva saperne di subirsi una ramanzina o peggio a causa del non-morto.
Arrivata al bancone sana e salva, senza aver destato troppa attenzione, si sedette su di uno sgabello e chiamò il barista, urlando per farsi sentire sopra il chiasso della taverna:
<<scusa…Scusa!! Mi porteresti qualcosa da mettere sotto ai denti? Magari di commestibile e con dell’acqua se ce l’hai?…grazie mille>> ringraziò prima ancora che questo le portasse quello che aveva richiesto. Era fatta così. Ringraziava senza pensarci, e detestava la gente che non lo faceva.
 
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black alchemist
view post Posted on 22/6/2009, 09:04




Strane persone entravano ed uscivano da quella porta cigolante, e oggi, come molti altri giorni una nuova visita fece apparizione nell'angusto locale del minotauro Shitan. La ragazza, di questo si trattava, era abbastanza alta, temprata per la battaglia e vestiva esclusivamente scuro. Un tipetto inquieto giudicò il locandiere, che aveva occhio per queste cose e naturalmente si lasciava ai più svariati giudizi quando si trattava di capire le personalità di chi entrava nella taverna.
Un gioco si, ma anche un grande dovere, quella facoltà poteva essergli utile per evitare zuffe e risse insensate, aveva la responsabilità di mantenere l'ordine nel luogo in cui gestiva, Omega si fidava di lui.
La ragazza si mosse velocemente fra i tavoli, evitando contatti con gli altri presenti, aveva un po' di esperienza da taverna, non male per una ragazzina. Una volta seduta, chiamò Shitan, naturalmente...aveva fame.

CITAZIONE
"scusa…Scusa!! Mi porteresti qualcosa da mettere sotto ai denti? Magari di commestibile e con dell’acqua se ce l’hai?…grazie mille"

"Nessun problema, arriva subito"

E dopo qualche minuto fu così, il solito piatto di carne, quello che si poteva raccimolare con le poche vivande che Faetor possedeva...che miseria per un locandiere poter servire sempre e solo le stesse cose, ma un giorno...
Intento a pulire un bicchiere Shitan si avvicinò alla nuova ragazza, voleva conoscerla, così l'avrebbe chiamata almeno per nome se fosse rientrata per una seconda volta.

"salve ragazzina, il mio è Shitan e sono il locandiere, saresti così gentile da dirmi il tuo? Sai, voglio sapere chi viene a mangiare da me"

Un bel sorriso, se mai si può definire tale, affiorò dalla bocca del bovino, che con la coda dell'occhio scorse...il marchio.

"Vedo con piacere che sei a tutti gli effetti un Rinnegato. Per Faetor e Omega!!"

Sbraitò, urlando il motto dei soldati.
 
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lucy93nyu
view post Posted on 22/6/2009, 15:13




Era difficile riuscire a concentrarsi e seguire la strada per arrivare al mio piccolo appartamento a Faetor.
Il dolore di quello stupido tatuaggio mi faceva imbestialire. Ma non potevano semplicemente fornirmi di un braccialetto, una collana? Che senso aveva avuto fare ciò?

Decisi d smettere di pormi domande a cui probabilmente non avrei mai trovato risposta, e mi diressi a passo svelto verso casa.
Lungo la strada però il tatuaggio ben visibile mi provocava un senso di orgoglio, tutti potevano vedere la mia appartenenza a quella città, e mi avrebbero salutato con calore ed entusiasmo sapendo che condividevano gli stessi ideali.
Avanzavo con aria decisa e fiera.
Quando arrivai alla mia modesta abitazione stava già calando la sera, ma nonostante ciò la vita continuava a popolare le strade.

Appena entrata in casa mi diressi a farmi una doccia. Mi spogliai e gettai i vestiti nel cestino. Presi una bacinella e la riempii d'acqua, misi poi a scaldare il tutto e gettai poi l'acqua calda all'interno della vasca.
Mi lasciai cullare dal caldo e dal rumore dell'acqua. E così mi addormentai.
Mi svegliai dopo circa mezz'ora.
Andai a procurarmi dei vestiti puliti. Scelsi un paio di pantaloncini corti scuri ed una canotta bianca ed indossai i miei soliti stivali neri con dentro il mio inseparabile pugnale.

La fame mi divorava lo stomaco, ma non avendo nè i viveri, nè la voglia di mettermi a cucinare decisi di recarmi alla taverna per cercare di trovare un pò di cibo.
Uscì di tutta fretta, pronta a qualsiasi evenienza. Non si poteva sapere chi girava per le strade di notte.
Man mano che mi avvicinavo alla taverna il silenzio inquietante veniva lentamente sostituita da un gran chiasso provocato dal vociare degli umani all'interno del locale.

Spinsi con decisione la porta cigolante ed entrai.
Subito il posto mi invase dall'allegria. Il locale era pieno di persone. C'era chi giocava a carte, chi beveva, o chi semplicemente si era recato li per scambiare semplicemente quattro chiacchere e stare un pò in compagnia.
Ogni tanto il volume delle voci aumentava dando sfogo a qualche parola di troppo ma finiva per acquietarsi subito e far tornare tutto alla normalità.

Fu a quel punto che mi accorsi della sua presenza: stava seduta al bancone e parlava con il barista, un minotauro che sembrava essere l'unico inserviente all'interno di quel posto.
La ragazza era alta e slanciata ed aveva una massa muscolare che lasciava intuire che aveva passato molto tempo a vagabondare.
Vestiva un paio di pantaloni neri aderenti ed un top con maniche lunghe di colore blu scuro, e ai piedi portava stivali neri fino al ginocchio. Il tutto era però ricoperto da un mantello grigio che aveva un'aria assai malandata.
Decisi di avvicinarmi sia per la curiosita che provava nei confronti di quella donna e per il senso di fame che ormai mi logorava da molto tempo.
Mentre pian piano mi avvicinavo al bancone evitavo gli sguardi degli altri clienti, non avevo tempo da perdere con inutili baruffe.
Appena fui abbastanza vicina alla strana ragazza notai il suo splendido colore degli occhi, un verde profondo, quegli occhi sembravano saperti leggere l'anima. Mi sentivo a disagio.
Mi misi a sedere su uno sgabello accanto a lei e ordinai al minotauro del cibo e un bicchiere di vino rosso e rivolsi la parola alla strana ragazza " Ciao. Il mio nome è Lucy, cosa ti ha portata fino a qui? "



Edited by lucy93nyu - 22/6/2009, 16:56
 
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Kiki994
view post Posted on 4/7/2009, 21:31




Il minotauro la servì subito, con un sorriso che accompagnò le sue parole:
<<salve ragazzina, il mio è Shitan e sono il locandiere, saresti così gentile da dirmi il tuo? Sai, voglio sapere chi viene a mangiare da me>>. Togliendo quel “ragazzina”, che lei fece finta di non sentire, si era comportato da perfetto padrone del locale, e da minotauro educato. Gli sorrise di rimando, prima di bere un sorso d’acqua e rispondere, sempre sorridendo:
<<mi chiamo Shaya tesoro, e questa carne è ottima, visto le risorse che immagino tu abbia di là…>> poi iniziò a mangiare, mentre Shitan urlava quello che immaginò il motto al resto della locanda. Osservandolo, si meravigliò di come si muovesse nonostante la sua evidente corporatura molto…ingombrante sarebbe stato offensivo, perché nessuno ingombra un posto, lo occupa soltanto, quindi optò per pensare che aveva una corporatura più grande rispetto al resto della gentaglia. Alla fine, incuriosita, chiese:
<<servi tutto solo? Neanche una mano da qualche scansafatiche che sta sulle strade?... mi offrirei io, ma non ho molta pazienza…>> e scoppiò a ridere. Di pazienza ne aveva, ma solo per persone che rispettava, cosa che sicuramente non aveva verso quei soldati nullafacenti; ci mancava solo che qualcuno le rispondesse male, e lei sarebbe scattata come se ne dipendesse la sua vita. Si conosceva, e sapeva che, non rispettando quelle persone, non avrebbe perso sonno ad ammazzarne qualcuna, anche se credeva che non avrebbe fatto piacere a Shitan, e per lui aveva rispetto.
Aveva recuperato il suo solito buonumore in meno di due ore. Stupendo.
Vide una donna, o meglio, ne sentì la presenza quando entrò dalla porta. A differenza di tutti i soldati lì dentro, profumava di pulito, il che probabilmente era dovuto ad un bagno appena fatto, e questo aveva richiamato l’attenzione di Shaya fra tutti quei corpi non lavati. Non si girò fino a quando la donna non le si sedette accanto, rivolgendole la parola:
<< Ciao. Il mio nome è Lucy, cosa ti ha portata fino a qui?>> a quelle parole, si girò fino a guardarla in faccia. Un demone, o mezzo-demone probabilmente. Aveva occhi rossi, come il sangue, e capelli rosa. Da quello che poteva vedere, aveva un fisico asciutto e slanciato, anche se non ne era sicura perché era seduta. Portava dei pantaloncini corti scuri ed una canotta bianca e dei bei stivali neri. Le tolse parecchi anni, fino a capire che doveva avere diciotto anni al massimo, non di più. Ma era bella, di quella bellezza giovanile che si perde con gli anni, ma che probabilmente lei non avrebbe perso. E sembrava anche a disagio, quando la guardò dritta negli occhi. Decise di tirarla su di morale e farle vedere che non mordeva, o almeno che no avrebbe morso lei in quel momento. Si tolse finalmente il mantello, che fra l’altro le dava fastidio, e disse : <<le gambe…>> rispose con un sorriso e in tono divertito, poi bevve per mandare giù un boccone di carne.
<< apparte gli scherzi, la fame e la voglia di uscire a fare due passi, e il mio nome è Shaya tesoro…tu? Che ti ha portato fuori dal tuo alloggio bella?>> e riprese a mangiare. Non si aspettava una risata alla sua battuta, visto che aveva un senso dell’umorismo molto particolare. Troppo particolare secondo alcuni.
 
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lucy93nyu
view post Posted on 8/7/2009, 10:11




Prima che l'altra ragazza avesse il tempo di rispondere alla sua domanda, il cameriere le portò subito ciò che aveva ordinato. Era un piatto molto misero, solo carne ed un bicchiere d'acqua.
Morivo dalla sete così bevvi subuto l'acqua, e ne chiesi un altro bicchiere.

Prima d'incominciare a mangiare però decisi di spostare la mia attenzione sullo strano essere che mi stava di fianco.
La ragazza si tolse il mantello, evidentemente non lo sopportava più, con il caldo che aleggiava nella stanza e mi rispose con particolare calore, come se volesse farmi capire che non l'avevo importunata disturbandola durante il suo spuntino:

CITAZIONE
<< apparte gli scherzi, la fame e la voglia di uscire a fare due passi, e il mio nome è Shaya tesoro…tu? Che ti ha portato fuori dal tuo alloggio bella?>>

Aveva un modo di fare piacevole, che metteva subito a tuo agio. Come me, aveva bisogno di compagnia, e scambiare quattro chiacchere con lei non mi avrebbe certo fatto del male.
E accompagnai la mia risposta con una sonora risata:

"Ahahah..piacere, bè vedi non è che nel mio alloggio abbia molte disponibilità di viveri. Se mi nutrissi solo d'acqua starei benissimo, con tutta quella che ce n'è per via del rubinetto a portata di mano, ma per mia sfortuna ho bisogno anche di mangiare. E ultimamente la fame è insopportabile. "

In quel momento sentii davvero di essere a casa.
Quella ragazza nutriva i miei stessi ideali. Notai che anche lei riportava sul suo corpo il marchio di Faetor.
Tutti in quella città avevano lo stesso scopo, chi per una ragione, chi per un'altra: distruggere l'umanità.
Ciò dava in me un senso di pace interiore, sapevo di potermi fidare di quelle persone che d'ora in poi sarebbero stati i miei compagni...
 
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Kiki994
view post Posted on 13/7/2009, 17:35




Aveva riso, il che voleva dire che si era rilassata. Bene. Le stava simpatica, il che non era difficile visto il carattere allegro e mutevole di Shaya. Un momento allegra, quello dopo violenta. Era difficile prevederla.
Fissando il bicchiere, si fece cupa e pensierosa in volto.
Sperava con tutto il cuore che Lucy, quella bella ragazza seduta accanto lei, non le chiedesse il motivo del suo odio verso gli umani. Anche se erano passati anni, parecchi anni, il dolore per la perdita della sua famiglia era ancora presente in modo costante, che non le permetteva di dimenticare. Le domande era innocue, e lo sapeva, ma facevano male e la maggior parte delle volte reagiva in maniera violenta; non lo faceva di proposito, solo che il passato era suo, e non le piaceva che qualcuno si impicciasse degli affari suoi. Certo, anche lei era curiosa, solo che le domande se le teneva per se e aspettava che la persona parlasse di sua iniziativa. Dopo qualche minuto, decise di cambiare argomento per distrarsi.
Distogliendo i pensieri dai ricordi, girò la testa a guardare la sua vicina e si stampò un bel sorriso sulle labbra chiedendo:
<<immagino tu sia passata all’esame, dato il marchio…con chi ti sei battuta?>>
non che le interessasse veramente, ma il minotauro era scomparso chissà dove, dimenticato dalla comparsa della ragazza e quello era meglio di stare a fissare il vuoto e sentire il dolore crescere man mano che i ricordi si affacciavano nella mente libera da diversivi. Tutto sarebbe stato sempre meglio dei suoi demoni interiori che la divoravano pian piano.
 
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lucy93nyu
view post Posted on 31/7/2009, 13:54




La ragazza si fece improvvisamente cupa fissando il bicchiere davanti a lei.
Forse starà ricordando il perchè fu costretta a recarsi qua a Faetor, dall'aria che aveva assunto non doveva essere un ricordo piacevole, come del resto non lo era per nessuno qua.
Decisi di non indagare oltre e le lasciai qualche altro attimo di solitudine.
Poi parlo:
CITAZIONE
<<immagino tu sia passata all’esame, dato il marchio…con chi ti sei battuta?>>

"Vedi bene, anche io come e posseggo il marchio. Mi sono battuta contro William Barker, grande guerriero. E' stato per me un onore combattere contro di lui, anche se alla fine il duello ha reso lui vincitore.
E tu? Contro chi hai combattuto?"

La ragazza aveva un bel sorriso dipinto sulle labbra, purtroppo quel sorriso era forzato, pensieri sgradevoli le stavano ancora passando per la testa. Ma non potevo farci nulla, se non cercare di alleviare i suoi dolori con parole amichevoli.
Quella ragazza mi era stranamente simpatica, non avevo mai stretto rapporti amichevoli con nessuna creatura, ed ora mi ritrovavo così facilmente a parlare con un altro essere che nutriva i miei stessi ideali, e le mie stesse aspettative. Forse era propio questo che ci accumunava.

Le ricambiai un sorriso il più caloroso possibile.
 
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Rexxar
view post Posted on 4/8/2009, 20:50




Entrò con passo rapido avendo nella mente solamente una parola "Fame,Fame"..Quasi accecato da questa parola tralasciò quelli scansafatiche che di solito importunava con qualche discorso filosofico o, meglio ancora, incutendogli un po' di paura.
Salutò il suo consanguigneo con rapidi gesti e disse "il solito.." e di lì a poco comparse sul suo tavolo preferito, un tavolo accostato ad un muro da cui era possibile vedere tutta la "sala da pranzo", una bella bistecca condita con olio e qualche goccia di limone Questi umani grazie ai loro macchinari sono in grado di estrarre un buon olio dalle olive..mai quanto quello dei minotauri però.. Mentre sfilava l'elmo notò due rinnegate che si scambiavano qualche sorriso...Sempre seduto si intromise nella conversazione gridando "PER FAETOR!" e rimandò la conversazione fino a quando non avrebbe finito la sua pietanza preferita..
 
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black alchemist
view post Posted on 4/8/2009, 21:37




Nottata intensa, strana, sogni confusi...pericolosi. Estenuanti lotte avevano avuto luogo nella mente addormentata del forte guerriero. Aveva sognato di combattere, si, sognato di affrontare un valorosissimo guerriero, un non-umano...stavano combattendo poi...più niente. Era Confuso, Omega era stanco e confuso. Una giornata lavorativa comunque lo attendeva e non doveva, anzi, non poteva, permettersi di perderla. Mille cose succedevano durante il giorno e c'era lo stesso numero di faccende da preparare...Ma non ora, un salto alla taverna, e poi fuori. Un po' di relax gli avrebbe sicuramente giovato.
Indossò la tunica nera e si mise la spada al fianco. Le altre armi non sarebbero servite in città. Con passo svelto lasciò a sua dimora, diretto nei bassifondi.
Eccola lì l'entrata, Shitan l'avrebbe sicuramente accolto a braccia aperte, così come Rehm che di sicuro stava sbocconcellando la sua pietanza preferita. Dentro. Schiamazzi, urla e una miriade di persone accolsero la stretta figura, la taverna era affollata come sempre, l'ora di pranzo incombeva. Al solito tavolo il fedele compagno minotauro, lo guardò, sorrise e si sedette.

"Ben trovato Rehm, chi saluti?" disse Omega, aveva infatti notato che il colosso che gli sedeva di fronte stava parlando con qualcuno...
 
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lucy93nyu
view post Posted on 4/8/2009, 21:58




Propio mentre io e Shaya stavamo parlando la porta del locale si aprì per l'ennesima volta rivelando l'entità del nuovo visitatore.
Era una figura possente, non poteva certo appartenere ad un essere qualsiasi, no, si trattava di un minotauro.
Avevo la vaga idea che quel volto mi fosse familiare: quell'aria sempre seria, mai un sorriso su quel volto era apparso in mia presenza. Era il comandante Rehm.

L'essere prese posto ad un tavolo da cui poteva controllare tutta la stanza, ed essere pronto a reagire velocemente a qualsiasi intoppo si fosse verificato all'interno del locale pieno di gente.
Dopo essersi seduto ci notò e ci salutò:

CITAZIONE
"PER FAETOR!"

"Salve maestro, come procedono le cose? "Risposi.

Ma il comandante era troppo intento a mangiare per potermi rispondere.
Poco dopo entrò un'altra figura all'interno del locale.

Non si trattava di un essere comune, anche se in quel luogo era assai difficile poterne trovare. No,quella creatura era avvolta da un'aurea estremamente potente, e nonostante la sua media statura e di certo non robusta emanava forza e saggezza. Aveva lunghi capelli bianchi, quasi argentati. E aveva occhi dorati.
Indossava pantaloni di pelle nera e stivali uguali, e una tunica, anch'essa nera, ornata da una cintura in rosso con uno strano stemma impressovi.Non poteva essere che lui: Omega.
Egli si avvicinò immediatamente al suo amico Rehm, ancora intento a mangiare la sua bistecca.

CITAZIONE
"Ben trovato Rehm, chi saluti?"

Disse.

Non riuscivo a distogliere lo sguardo da quella figura così solenne..

"Salve Omega" Risposi infine.. accennando un inchino.
 
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Rexxar
view post Posted on 5/8/2009, 20:47




Salve maestro, come procedono le cose?
Come osa questa ragazzina parlarmi così come se questa città non fosse nell'occhio di un ciclone! e imprigionando queste parole dentro il suo cervello non degnò la mezzo-demone.

Dopo poco arrivò Omega. Tutti ora mentre mangio, naturalmente.. Era interessante, però, osservare come l' atmosfera cambiava quando entrava..Tutti cercavano di assumere un'aspetto un po' più dignitoso e le donne, specialmente le mezzo-demoni, sembravano attratte dal lato oscuro del suo amico..Beato lui..Le minotaure sono quasi estinte..
Questa attrazione ebbe un'altra prova mentre Rehm mangiava..Appena entrato la mezzo demone si volse ad osservare l'entrante..
Quando Omega lo salutò con il solito modo(appoggiando la mano su una spalla di Rehm), questi gli disse
Ben trovato Rehm, chi saluti? e senza parlare ma continuando a mangiare fece un gesto in direzione delle due rinnegate.. E poi come se fosse stata invitata ad unirsi a loro due la ragazzina si fece avanti:Salve Omega e lo disse titubante, un'ulteriore prova del fascino del mezzodemone..
Estraniandosi dalla conversazione imminente continuò a mangiare il suo cibo..

 
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black alchemist
view post Posted on 6/8/2009, 19:35




Rehm stava mangiando. Quindi era intrattabile e insopportabile, rispose ad Omega indicando due ragazze, era entrambe abbastanza alte e snelle, e mentre una era chiaramente della sua razza l'altra assomigliava più ad un licantropo...era troppo...umana.
La mezzodemone si fece avanti, salutando il proprio superiore con il dovuto rispetto.
Omega impossibile rispose: "Buongiorno a te mia Rinnegata, nuova? Mi sembra di si. E da come hai salutato questo impertinente bovino deduco che tu abbia partecipato ad uno dei suoi percorsi; molto bene, dovresti essere adeguatamente preparata.
E tu...ancora un nuovo Rinnegato, bene. Licantropo?" chiese.
Calmo e tranquillo Omega si stava rivolgendo alle due nuove pedine del suo Dio. Egli aveva sicuramente in mente qualcosa per loro se le aveva fatte incontrare al suo prediletto, Omega si fidava dei messaggi di Tenikos e credeva pure nel destino. Chiaramente già scritto per lui dal Dio.
 
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Big Frank
view post Posted on 7/8/2009, 19:29




L'ombra nera si mosse velocemente sui muri sudici e incrostati dei bassifondi della città evitando con sempre più difficoltà di entrare nel campo visivo delle sue genti balorde e ebbre di appiccicosi alcolici.
Non sopportava l'eccesiva confidenza degli ubriachi e le occhiate truci degli abitanti dei più malfamati appartamenti del Feator, per questo ogni colonna, ogni ombra, ogni ristrettezza del campo visivo era sua, un modo per avanzare senza farsi vedere. Ormai lo faceva senza nemmeno rendersene conto.
Superato un gruppo di rissosi non morti che cercavano di aver ragione su un minotauro che troneggiava sui tre per stazza si era finalmente trovato davanti al portone della taverna.
Si calò il nero cappuccio sulla testa e stranamente dovette trattenere uno starnuto per non rovinare tutti i suoi tentativi di passare inosservato. Strano, pensò poi in un secondo momento, quel posto era umido e non ci sarebbe stato nulla che avrebbe potuto farlo starnutire. Non scosse la testa ma scacciò comunque lo stupido pensiero poi con lentezza aprì la porta della taverna e la luce arancio gialla delle fiaccole interne venne schermata dal cappuccio. Mosse qualche passo e limitando al minimo i movimenti del capo e scrutò tutto intorno riconoscendo da un lato della vasta stanza prima la mezzo demone dai capelli rosa e allo stesso tavolo il colossale minotauro che aveva fatto loro da insegnante. Ma per quanto imprecisa potesse essere la sua visuale notò con certezza che l'inchino con cui si stava cimentando la mezzodemone non era rivolto al suo insegnante ma bensì ad una oscura figura lui vicina.
Sulla figura aleggiava una strana forza, era impalpabile, ma c'era.
William virò velocemente per evitare di scontrarsi con una sedia vista solo all'ultimo secondo apparsa proprio davanti a lui quando un cliente della bettola aveva deciso di alzarsi. Si diresse disinibito verso il bancone sedendo su uno degli sgabelli e stando attendo che le lunghe ciocche di capelli bianchi non si insudiciassero al contatto con il viscidume della parete di legno.
Arrivò veloce un minotauro, probabilmente l'oste, a cui il licanto, limitando al minimo indispensabile le parole, diede la sua ordinazione.
Quando il bovino se ne fu andato tese l'orecchio nella direzione del tavolo del suo insegnante cercando di carpire più possibili stralci di conversazione.
 
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Kiki994
view post Posted on 10/8/2009, 20:32




Il discorso con Lucy venne troncato dall’entrata di un minotauro, che dopo essersi seduto urlò verso di loro il motto che pochi minuti prima aveva urlato Shitan in segno di saluto:
CITAZIONE
<< Per Faetor! >>.

Addio conversazione. Addio motivo di allegria. Addio compagnia piacevole.
Tutto questo le passò in testa appena sentì Lucy rivolgersi verso il minotauro intento a mangiare, per poi spostare l’attenzione su un demone entrato in quel momento.
Era forte la sua aura. Molto forte e potente. Osservandolo con la coda dell’occhio, Shaya notò che era di media altezza, con capelli bianchi (molto belli a suo dire) e gli occhi dorati in cui si vedeva intelligenza e sicurezza. Un tipo particolare. Vestito completamente di nero, con solo una cintura con la fibbia rossa sangue. Le venne da ridere, e non riuscì a trattenersi, quando sentì come la ragazza accanto a lei gli si rivolgeva:
CITAZIONE
<< Salve Omega>>

e fece un inchino alla bell’e meglio, visto che era seduta. Aveva le labbra increspate in un sorriso, che si allargò quando il demone si rivolse prima a Lucy e poi a lei. Altro che perdita di allegria, la stava recuperando e anche in fretta!
CITAZIONE
<< Buongiorno a te mia Rinnegata, nuova? Mi sembra di si. E da come hai salutato questo impertinente bovino deduco che tu abbia partecipato ad uno dei suoi percorsi; molto bene, dovresti essere adeguatamente preparata.
E tu...ancora un nuovo Rinnegato, bene. Licantropo?>>

Invece di rispondere subito, per pendere tempo Shaya prese un altro sorso di acqua, poi si voltò completamente nella sua direzione. Senza inchinarsi, rispose dolcemente: << salve e buongiorno anche a te. Si, sono un licantropo e ne sono fiera. Una domanda: ma a quest’ora vengono tutti a rompere le scatole quando uno vuole rilassarsi? Non per offendere, ma sembra che la mia allegria abbia preso il volo quando un non-morto mi ha marchiato a fuoco stamattina, cosa che mi ha fatto un po’ perdere le staffe…>> e alzò il bicchiere in segno di saluto, sapendo perfettamente che molto probabilmente le avrebbe risposto per le rime, oppure l’avrebbe attaccata. Non che lo volesse, ma il rispetto va guadagnato, e non è una cosa che lei aveva per tutti. Era anche consapevole del sorriso impertinente che aveva in faccia e la luce di pigro interesse negli occhi. Sapeva fingere. E spesso lo faceva per divertirsi o mettere alla prova gli altri.
Aveva rispetto per Omega, ma era il rispetto che si può avere quando senti parlare delle imprese di qualcuno che non conosci. Era un rispetto superfluo. Adesso che lo aveva davanti in carne e ossa, se ne fregava del rispetto superfluo e voleva vedere se era questo gran stratego che andavano narrando gli umani e non. Se lo era, non l’avrebbe attaccata solo per delle parole quasi offensive. Se invece l’avesse fatto, era solo un demone che non sapeva parlare civilmente.

Con la coda dell’occhio, vide una figura con un mantello nero entrare, muoversi furtivamente e appostarsi poco più in là del minotauro. Interessante. Molto probabilmente quando se ne sarebbe andata, sarebbe passata vicino a quella interessante figura e gli avrebbe dato qualche dritta per non farsi beccare quando spiava gli altri. Non che lo facesse, o almeno lei non ne era sicura, ma glielo avrebbe detto lo stesso. Muoversi furtivamente in una bettola, durante l’ora di pranzo, era da idioti. Molto più intelligente sarebbe stato fare finta di nulla e mettersi a ordinare come i comuni mortali. Ops, i comuni mostri. Sorrise del suo stesso errore, e continuò a guardare con la coda dell’occhio la figura, aspettando una risposta dal demone che fissava solo in parte.
 
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Big Frank
view post Posted on 17/8/2009, 20:13




Il minotauro tornò subito dopo con un piatto contenente una braciola di dubbia provenienza e una caraffa d'acqua, sparì nuovamente e tornò con un bicchiere poi si mosse di nuovo verso un nuovo cliente.
Il mezzo lupo tirò il filo metallico nella manica destra e afferrò il coltello senza sporgere un dito dal lungo lembo di stoffa. Poi iniziò ad incidere il blocco di carne stranamente tenero. Chissà di che animale si trattava, non aveva visto bestiame in giro e sicuramente sarebbe stato difficile l'allevamento in un deserto.
Masticò lentamente per non distogliere troppo l'udito dal gruppo poco distante da lui e continuare ad ascoltare stralci di conversazione. Certo, l'udito e il campo visivo erano abbastanza limitati per via del cappuccio calato sul capo ma i suoi capelli bianchi lo avrebbero fatto facilmente identificare dal suo insegnante se non fossero stati coperti, non che la cosa fosse pericolosa per carità, ma era abituato a celare la sua presenza alle persone se non era strettamente necessario quindi..
Riempì il bicchiere di acqua fresca e inclinò la testa per bere in modo tale da dare un occhiata al gruppo: non sentiva particolarmente bene ma vedeva una ragazza che rispondeva per le rime alla strana figura di poco prima.
William sorrise.
Era curioso di vedere come avrebbe reagito la figura dall'aura potente a quella provocazione, sicuramente era da tempo che qualcuno non gli parlava in quel modo e probabilmente non era più abituato a in insubordinazione del genere. In effetti, per potente che potesse essere, il ragazzo non si sarebbe mai inchinato di sua spontanea volontà verso quella figura senza valido motivo. Era dalla parte della giovane dai capelli corvini.
Poggiò il bicchiere sul tavolo e recise un altro pezzo di carne dalla braciola ormai quasi ridotta all'osso per la gran fame del giovane. Prima di portarlo alla bocca però annusò la carne. Non lo fece prima per non rovinarsi la cena, probabilmente insieme all'odore della carne sarebbe giunto al suo sviluppato naso anche l'odore delle sudice creature intorno a lui rovinandogli la cena, mentre ora che aveva ormai quasi finito poteva permetterselo. L'aria portò ai suoi recettori il buon profumo della carne insieme al puzzo dei sudicioni intorno a lui e poi l'odore a lui tanto familiare: un odore che gli ricordava casa, un nome che gli ricordava i compagni.. L'odore di lupo.
Seguì furtivo l'odore spostando il campo visivo verso l'origine dell'odore fino a ritrovarsi a guardare nella direzione di poco prima, la direzione della ragazza dai capelli neri. Incrociò per un attimo lo sguardo con lei, sorrise senza volerlo, forse imbarazzato, e poi ritornò a fissare il vetro della caraffa appannato dal vapor d'acqua.
Era il primo licanto che vedeva da quando era al Faetor.
 
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