Alloggio di William Barker, Stanza 103

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Big Frank
view post Posted on 7/1/2009, 21:59




Certo il minotauro aveva detto che la sua stanza era nell'edificio vicino al centro addestramenti nella parte est della città ma non gli aveva detto che l'entrata era da tutt'altra parte e che per arrivarci avrebbe dovuto fare il simpatico giro di tutta la città. La cosa non gli dispiaceva nemmeno più di tanto ma la natura imprevista della lunga camminata gli fece avere la brutta compagnia della seccatura per tutto il tragitto: non gli piaceva che le cose non fossero sotto il suo diretto controllo. Percorse a passo normale la cittadella avendo premura di stare sotto i portici degli edifici e i tendaggi parasole, infondo i lupi erano creature invernali, creature della notte, il sole di sicuro non poteva giovargli, di sicuro dopo molti giorni di marcia nel deserto. Si era ormai completamente ripreso complice il clima più fresco dalla città. Era strano però, nel suo tragitto non aveva visto praticamente quasi nessuno a parte un paio di guardie non morte e un plotone di minotauri; non era proprio come se lo aspettava dopo le descrizione visionarie di Wein che lo paragonava ad un paradiso in terra per i rinnegati di ogni razza e origine.
Be alla fine raggiunse l'edificio: doveva per forza essere quello sulla destra il centro addestramenti con tutti quei manichini in stoffa al centro delle grandi arene quindi il grande portone in legno che aveva davanti doveva essere per forza l'ingresso del edificio che ospitava i nuovi arrivati. Appena dentro cercò subito qualcosa con cui orientarsi all'interno dell'edifico, più che altro per capire a che piano si trovasse la sua camera. Le iridi scure del giovane rifletterono la luce di una grossa lastra di bronzo che riportava la scritta in comune " Pianta dell'edificio"; si avvicinò e con una rapida occhiata trovò il piano della stanza numero centro tre poco sotto alla metà dei piani totali del complesso. Si avviò con rapidità per la tromba delle scale giungendo presto al rialzamento indicato sulla cartina, ma una sorpresa lo accolse appena arrivato: la porta numero 103 era aperta.
Con rapidità afferrò il filo metallico l'interno della mano sinistra lasciando la destra libera di muoversi tenendosi pronto a tirarlo per afferrare il mortale oggetto. Sentì i rumori provenire dall'interno della stanza quindi non era solo. Un rapido sguardo al corridoio, nessuna guardia doveva vedersela lui. Balzò dentro la stanza come un predatore sulla preda facendo urlare di paura il povero facchino non morto che stava uscendo dalla stanza.

" Aaaaaaaah!! Ma che cazzo fai sei impazzito?? Stavo per avere un infarto! "

" Non puoi avere un infarto sei un non morto! "

Gli urlò in faccia il licanto spaventato anche lui dalle urla del simpatico solfato senza mezza faccia. Questi rimase per qualche secondo in silenzio quasi interdetto poi prese lentamente a ridere in maniera sguaiata sballottando i lembi di carne del volto.

" Ah ah ah ah è vero! Ah ah ah ah "

" Eh.. Eh eh.. Eh eh eh eh.. "

§ Questo non deve avere solo la faccia marcia, anche il cervello deve essere pieno di vermi §

Il cadavere poggiò la mano ossea sula spalla del giovane continuando a ridere riprendendosi pian piano.
Mamma mia quanto era brutto.

" Sei il tizio di prima vero? Quello all'ingresso? "

Annuì.

" Bene questa è tua, benvenuto nella città! Ah ah ah "

Gli lanciò la chiave che il licanto prese al volo per poi venire nella tromba delle scale seguito da quella sguaiata risata.
William entrò nella stanza richiudendosela alle spalle. Ispezionò velocemente il locale e poi sistemò la sua roba tranne la cassa dei libri che tenne chiusa. Poi fece fluire un pò d'acqua da quella specie di tubo metallico per poi farsela scorrere gelida sulla nuca facendosela scorrere tra i capelli, giù fino alla fronte.

§ Aaaah ci voleva §

Il piacevole momento di relax però fu breve a durare, infatti un istante dopo senti qualcuno bussare alla sua porta.

" Un momento! "

Disse a voce elevata affinchè la persona dietro alla porta potesse sentirlo. Prese uno degli stracci in una mensola del cucinino e si asciugò in maniera frettolosa i capelli bicolore per poi aprire la porta con sorpresa.

" Eh? "

Non c'era nessuno alla porta, guardò in basso per vedere se avevano lasciato qualche pacco o roba simile ma nulla. Niente di niente. Stava per chiudere la porta quando con la coda dell'occhio vide un biglietto appeso con uno spiedo alla sua porta in legno. Lo staccò e leggendo prese atto che era già stato selezionato per prendere parte ad un corso di addestramento.

§ E facciamo sto corso §

Pensò controvoglia chiudendosi la porta della stanza 103 alle spalle con un giro di chiave per poi dirigersi al campo d'addestramento.

Edited by Big Frank - 9/1/2009, 22:15
 
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Big Frank
view post Posted on 4/8/2009, 19:22




Era passata una settimana ormai dalla sua ultima apparizione, infatti dopo la prova pratica il giovane aveva tagliato i ponti con l'intero Feator. Non sapeva nemmeno lui il motivo preciso: forse era stata l'esecuzione dell'orco e conseguentemente la possibilità di rivedere la scelta fatta di unirsi hai rinnegati o forse, semplicemente, la sua natura di licantropo li imponeva di non legarsi ad un branco di cui non si fidava completamente. Nemmeno lui sapeva il perchè del suo comportamento. L'unica cosa certa era che no si era fatto più vedere, era diventata l'ombra di un fantasma; nemmeno i cuochi della taverna lo avevano mai visto sebbene anche il giovane aveva necessità di mangiare. Dopo la prima giornata di digiuno infatti il lupo era scivolato come un ombra nelle dispense delle cucine facendo una piccola razzia, depredando gli chef e portandosi in camera alcuni generi di prima necessità ma sfortunatamente per lui si trattava quasi solo di carne che fu costretto a consumare nei giorni seguenti. Era di nuovo un giorno che non mangiava e lo stomaco cominciava a reclamare cibo con insopportabili brontolii. Anche l'istinto era più difficile da tenere a bada come quando era messo all'angolo, la voglia di lasciarsi andare era terribilmente allettante ma gli era stato insegnato a resistere e a respingere l'istinto a conservare l'umanità.

§ Conservare l'umanità però non ti riempie lo stomaco! §

Pensò seccato alzandosi dal giaciglio.
Un occhiata alla finestra, era troppo presto per tentare un nuovo assalto alle cucine senza pensare che probabilmente avrebbe potuto trovare qualcuno ad aspettarlo se avesse tentato la nuova impresa a così posa distanza di tempo.
Sbuffò indispettito, perchè le cose non erano come le voleva lui poi si sciacquò il volto con dell'acqua e guardò il suo volto magro attraverso uno specchio.
La sua espressione involontariamente pietosa sembrava chiedere cibo.
Un nuovo gorgoglio dallo stomaco vuoto.

" E va bene "

Montò i due pugnali nell'imbragatura della casacca e poi con un ampio gesto infilò prima il braccio destro poi il sinistro.
Allacciò la serie di cinturoni per evitare che svolazzasse e fece vorticare un paio di volte la chiave della stanza intorno al dito prima di uscire.
 
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