The Circle of Destiny, Zaraki Kenpachi VS Marcus Lyner

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view post Posted on 2/1/2009, 21:50
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Ex Bakudan92 (n.b.)

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La città della Torre stanca °-°

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Un circolo chiuso...


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La storia è un circolo chiuso. Ogni evento, dal più piccolo a quello di maggiore portata si ripete, costantemente, alternandosi di volta in volta, delimitando e rimanendo intrappolato in una spirale di ineluttabilità. I fatti, presi singolarmente, possono apparire diversi, o sempre nuovi, ma, scavando nel passato ci si accorge che i tratti fondamentali sono sempre quelli, seppur con qualche piccola modifica. È in questo modo che funziona il mondo, è questo l’equilibrio primitivo, senza il quale l’essenza stessa della vita non esisterebbe. Chi può apprezzare il dolce sapore della pace se non ha conosciuto prima i terrori della guerra? Quale essere vivente può distinguere la felicità se non ha mai avuto un dolore che gli stringesse con artigli d’acciaio il cuore? Un circolo vizioso dunque, senza alcuna via d’uscita.










*Era proprio per questo motivo che Zaraki Kenpachi, un’anima senza requie dannata per l’eternità a vagare su questo triste mondo, si trovava nell’ampia arena che Lord Omega aveva disposto che si costruisse per permettere a chiunque volesse di sfogare la sua brama di sangue tra un attacco di guerriglia e l’altro. Era dunque quello il motivo che lo inchiodava lì, sopra quelle due mattonelle di creta rossiccia sotto i suoi sandali. In tanti, troppi gli avevano domandato in vita prima, e dopo la morte poi, gli ideali che potessero spingerlo a compiere continue stragi e ad abbattere senza pietà un avversario dopo l’altro. “Perché?” Bene, ecco svelato il mistero. Come gli eventi storici, le catastrofi naturali, le epidemie sconosciute si ripetevano per l’umanità, a quell’uomo era toccato il destino di combattere per la propria, indiscussa supremazia. Fintanto non avesse trovato qualcuno in grado di batterlo non si sarebbe fermato davanti a nulla, avrebbe continuato imperterrito finché un combattente più esperto e potente di lui lo avesse ucciso oppure il tempo stesso non lo avesse smembrato con i propri arti millenari.
Combatteva. E lo avrebbe fatto per sempre.
Ebbene egli si trovava in quell’arena da quando, in mattinata, girovagando per le vie più malfamate della città a caccia di degni avversari, si era imbattuto quasi per caso in colui che adesso attendeva da ben sei ore immobile là nell’arena. Non che il soggetto spiccasse per l’imponente muscolatura o per qualche dettaglio appariscente, anzi, al suo confronto appariva abbastanza mingherlino. Dimostrava l’aspetto di un giovane uomo, poco più che un ragazzo, da lunghi capelli argentei e dallo sguardo infernale. Ma non era neppure per quello che Zaraki era stato attratto da lui, per quella belva era uno scherzo riempire la freddezza di quegli occhi con il più puro terrore. No, a Kenpachi era saltata subito al naso quella bramosia di potere che irradiava attorno a lui, quel delirio di onnipotenza che caratterizzava anche egli stesso. E non solo ne era consapevole, ma era proprio quello il fattore scatenante poiché in tutti i secoli di sfide aveva appreso con piacere perverso che i suoi simili erano gli avversari più potenti e più difficili da battere.
Insomma, si erano messi d’accordo per il primo pomeriggio con poche, brevi parole pronunciate con tutta la tranquillità possibile. Ci sarebbe stato tanto tempo per dar libero sfogo alla furia durante il combattimento. E si ritorna al punto di partenza, dove Zaraki Kenpachi, ex Capitano dell’Undicesima Brigata attendeva sempre più impaziente ma senza scomporsi il tanto atteso momento. In mente solo quell’unico, costante pensiero. Il nome.
Marcus Lyner.
L’angelo senza Ali.
Increspò le labbra sottili scoprendo i lunghi canini in un sorriso ferino, mentre una folata solitaria di vento gli gonfiava l’haori stracciato e scuoteva pigramente i campanellini, che tintinnarono lugubremente. Stava assaporando mentalmente i brividi di piacere che avrebbe provato di lì a poco, e non riusciva a trattenere l'eccitazione prorompente.

- Sarà un vero spasso! -





Edited by °Bakudan92° - 2/1/2009, 22:40
 
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Rion Morpher
view post Posted on 4/1/2009, 14:43




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Il mondo nel palmo della propria mano.


Combattere, Rabbia, Vincere e perdere.
Combattere.
L'incontro fra due contendti - non necessariamente nemici fra loro - che si scontrano all'ltimo sangue, per gli umani.
L'incontro fra due anime incomplete che hanno bisogno di completarsi, per questo si scontrano l'n l'altro, il vincitore prende la vita dell'altro, il perdente - ovviamente - la cede, per i demoni.
Il combattimento purifica l'anima, libera da ogni tipo di stress, da ogni sete di sangue, il combattimento è essenziale per vivere in pace con SE' stessi.
Due combattenti, Due anime, Due spade, Due paia di occhi iniettati di sangue e rabbia che si scontrano fra loro.
Il duello non è solo togliere la vita all'avversario, questo è facile, potrebbe farlo chiunque e in qualunque momento... La cosa più importante in un duello è dimostrare all'avversario la propria superiorità, dimostrargli che LUI è più debole di TE, dimostrargli che TU val qualcosa, che TU sai combattere, che TU sai uccidere, che TU hai un anima e un obbiettivo da portare a termine, perchè è questa la cosa di ci hai veramente bisogno, la RABBIA.
Rabbia.
Vuoi uccidere, ti senti forte, senti come una forza sovraumana che ti investe, senti che potresti uccidere un intero esercito con un solo dito.
Si!Questa è la sensazione giusta, arrabbiati, ARRABBIATI! Combatti con l'intenzione di uccidere, devi VOLER UCCIDERE IL TUO AVVERSARIO, anche se è tua amico, tuo parente, tuo fratello, NON IMPORTA. Se non vuoi uccidere il tuo avversario non riuscirai mai a batterlo, non riuscirai a dimostrarti forte, MAI, resterai solamente un rifiuto, un guscio vuoto senz'anima e senza obbiettivi da raggiungere... PER SEMPRE.
Vincere e perdere.
Vincere, perdere.. dove 'sta la differenza?
Non importa chi dei due vince, quello che veramente importa in un combattimeto è dimostrare all'altro - e anche a sè stessi - di non essere un fallito, di sapersi difendere da solo.
La vittoria dona una sensazione di potenza, ma non illudetevi, non durerà per sempre.
Se voi, stupidamente, dopo aver sconfitto il vostro avversario, esulterete abbassando così la guardia... beh, siete morti.
Se l'avversario è ancora in possesso della propria vita non si lascerà mai scappare un occasione simile e vi salterà addosso, come un leone sulla propria preda distratta e, senza pietà, senza indugiare oltre...
Vi ucciderà.
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Atto primo

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Si trovava lassù, in cima agli spalti di quella grande arena.
Era poggiato con la schieta sulla fiancata di una finestra, il che abbastanza rischioso, essendo all'ltimo piano.
Le braccia incrociate, Angelo Nero allacciato dietro la schiena, osservava il suo avversario che, da qualche ora, attendeva immobile al centro dell'arena.
Perchè?
Perchè non scendeva subito per non perdere tempo?
Semplice, per osservare il tipo di anima contro cui andava.
Era imponente, dall'aria un duro, ma questo non preoccupava minimamente Marcus, abituato a fronteggiare avversari di stazza maggiore rispetto alla sua.
Voleva vedere la sua tenacia, voleva capire se gli interessasse davvero combattere.
Beh, essendo stato più quasi sei ore ad aspettare si potrebbe benissimo dire di sì.
Sembrava eccitato, non poteva più aspettare.
Bene.
Meglio così, ci sarebbe stato da divertirsi.
Si staccò dal muro e, con passo calmo ma deciso, scese uno dopo l'altro i gradini di quell'arena che lo avrebbero condotto fino a terra.
Tap.
Tap.
Tap.
I suoi passi erano come amplificati nel silenzio e nella forma ovoidale dell'arena.
Tutto taceva, solo qualche uccello cinguettava ogni tanto, per poi zittirsi, come se avesse paura.
Paura della due anime che stavano per scontrarsi in un incontro senza esclusione di colpi.
Chissà cosa stavano pensando in quel momento le due anime, preparavano la strategia di combattimento?Pregavano di vincere?
Nessuno potrà mai saperlo.
Così arrivò, fermandosi proprio a qualche metro di distanza dall'avversario, per permettere l'attacco.
Rimase immobile per un altro momento, poi, parlò.

Cominciamo.



Edited by Rion Morpher - 29/1/2009, 20:32
 
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