| Una ragazza semi-nuda si affacciò alla porta dell'infermeria e, forse non resasi conto della propria posizione, si rivolse alla mia infermiera con tono imperioso. Sobbalzai, i guerrieri e in questo caso le guerriere, non avevano minimamente il senso del rispetto. Tutto era a loro dovuto. Bazzecole. Io, Artak, provvedevo alla loro salute e io decidevo se potevano combattere o meno. "Signorina sono qui" dissi, sbucando dalla porta del mio ufficio. "Si accomodi pure". Mi spostai leggermente per farla passare, nonostante la mia morte, un brivido mi percorse la schiena alla vista delle sue nudità. Calma glaciale, sono un medico, pensai. Chiusi la porta. Sbrigativamente andai ad un armadietto dove presi una mantella che consegnai alla ragazza, poi mi voltai affinchè potesse cambiarsi indisturbata. "Potrai avere vestiti nuovi una volta che il mio lavoro sarà concluso. Adesso, trasferiamoci nella tua stanza dove provvederò a visitarti. A primo sguardo non vedo niente di grave, tagli, bruciature, ah, il tatuaggio. Hai appena combattuto...vediamo...Omega? Giusto? le bruciature dovrebbero coincidere, poco male. Il braccio credo sia rotto, te lo posso sistemare, così come la caviglia, a cui ti appoggi male...ma farà male, adesso andiamo". Sorreggendola ed aiutandola a camminare entrammo nel corridoio attiguo all'infermeria, in cerca di una stanza. La prima a sinistra andava benissimo. L'aiutai a distendersi, poi dopo un cenno di saluto mi voltai a prendere i miei strumenti. "Non preoccuparti, torno subito, questione di poco"
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